Nei viaggi sono sempre attratta da ciò che è diverso.
Ciò che è totalmente opposto a noi occidentali e al nostro modo di vivere. Mi piace scoprire nuove realtà, nuove concezioni del mondo e nuove forme di pensiero.
E’ per questo motivo che amo così tanto questa parte dell’Asia. Ed è per questo motivo che ho amato così profondamente Varanasi. Il posto in cui la vita scorre in maniera diametralmente opposta alla nostra.
Un luogo in cui la morte è un fatto pubblico. In cui non ci sono i nostri confini di intimità, i concetti di privato e personale.
L’aspetto più particolare e delicato di Varanasi è quello legato alla cremazione dei defunti nei ghat funerari.
Per quanto all’inizio ti sembrerà di vedere solo un forno crematorio a cielo aperto, informandoti e “andando oltre”, scoprirai un vero e proprio modus operandi, un credo fortissimo, in cui la commozione inevitabilmente prenderà il sopravvento.
Il rituale pubblico della cremazione a Varanasi
La cremazione del defunto nella religione induista è un momento molto elaborato che segue un rituale molto preciso e scrupoloso che mi ha molto affascinato.
Prima di tutto si tratta di una cremazione naturale, cioè con la legna, all’aria aperta. La legna viene minuziosamente pesata e scelta, in modo da stabilire il prezzo della cremazione. Questo perché esistono diverse qualità di legno. Il più costoso è il legno di sandalo perchè è anche quello che brucia più velocemente.
Sapere quanta legna serve per ardere correttamente il defunto qui è un vero e proprio mestiere.
Il defunto è messo su una barella di bambù e ricoperto da un sudario e da tante stoffe colorate. Il colore del sudario è rosso se si tratta di una donna giovane, oro per la donna non giovane e bianco per l’uomo.
Il corpo impiega in media 4 ore per bruciare. Dopodiché le ceneri vengono gettate nel Gange.
Il corpo non è dato alle fiamme solo quando si tratta di: bambini sotto i 12 anni, donne incinte, uomini santi (i sadhu) e chi è stato morso da un cobra (perchè il serpente è manifestazione di Shiva).
In tutti gli altri casi gli indiani sono soliti cremare i defunti, con regole e rituali pressoché uguali in tutta l’India.
Allora perchè il sogno di ogni induista è quello di essere cremati proprio a Varanasi?
Perchè solo se sei cremato a Varanasi ottieni il moksha, ossia la liberazione dal ciclo delle reincarnazioni. Questo è il più bel regalo che il defunto possa ricevere.
Per questo motivo ogni giorno arrivano milioni di fedeli induisti.
Molti contano di trascorrere qui i loro ultimi giorni, nella certezza che morire e poi essere cremati a Varanasi garantisca la salvezza.
Dove avviene il rituale della cremazione: i ghat funerari
I ghat funerari sono i moli delle cremazioni, dove i defunti vengono bruciati a cielo aperto.
Le vacche brucano i fiori ormai appassiti lasciati come offerta sui corpi in attesa di essere bruciati, i cani cercano cibo, la legna da ardere è accatastata sulla sommità del ghat e gli intoccabili (i fuori casta) arrivano trasportando sulle spalle le barelle con i corpi.
L’appartenenza a una casta determina anche dove verrai cremato. I livelli superiori del ghat sono dedicati alle caste più alte e i bramini, ossia le persone più importanti, sono cremati in una specie di altare sovrastante (il Charanpanduka).
Potete raggiungere i ghat funerari in due modi: in barca o a piedi. Sono due e il più grande (anche il più noto) è il Manikarnika Ghat.
Quando i corpi che ardono sono tanti, il fumo è così fitto da rendere l’aria irrespirabile senza l’uso di una mascherina. Per questo motivo ti consiglio di visitarlo la mattina, quando i corpi sono ancora pochi.
L’importante è avvicinarsi e osservare con rispetto. Senza scattare fotografie (che comunque è vietato). Sarà comunque la tua coscienza a porti dei limiti e a farti approcciare con tatto ad un momento così delicato come quello che stai vedendo.
I parenti del defunto sono lieti di poterti far assistere alla cremazione di un loro caro. Per loro la morte non è un fatto privato ed è anche un grande privilegio che gli stanno dando di cui loro vanno molto fieri: quello di essere bruciati proprio a Varanasi.
Mi sono sentita accolta, a braccia aperte, da queste persone che erano li a vedere finire la vita di una persona amata tra le fiamme, con un modo di vivere questo momento così diverso da noi da rimanere senza parole.
Certo è che a casa nostra scene così crude non potremo sopportarle. Pensare che le mie scarpe stavano calpestando ciò che resta delle ceneri di un cadavere o comunque detriti provenienti da chissà dove, sterco di mucca o di chissacchì.
Solo a Varanasi tutto è concesso.
Credimi però se ti dico che visitare Varanasi e vivere il rituale della cremazione è un’esperienza davvero unica e commovente.
Ti lascia una ricchezza addosso da sentirti davvero milionario.